Gli haiku e le immagini di Salvare l’ora nascono da due periodi
di malattie apparentemente senza speranza: si pongono
come tracce leggere della presenza divina nascosta all’interno
di ogni forma e figura che splende nel mondo.
«Con la loro misura metrica, le poesie di Salvare l’ora rinviano
alla forma giapponese dell’haiku. In questi brevissimi componimenti di Chiaramonte, a prevalere è la riflessione, la meditazione in
forma di aforisma. I termini ricorrenti sono tempo, spazio,
universo, abisso, nulla, Dio, infinito, silenzio. E poi ancora
cuore, anima, ombra, pensiero, respiro, luce. E, naturalmente,
sguardo. Qui si ha l’impressione di avere di fronte un’esposizione
lampante della poetica del fotografo. Lo sguardo non è passiva
ricezione dei dati del mondo, loro fredda registrazione: lo
sguardo chiama, è una voce. A poco a poco, nella raccolta, affiorano (come nell’haiku giapponese) le parvenze del mondo: ecco la pioggia, le nuvole, l’azzurro, la neve, un sentiero, degli alberi, un gelsomino, un merlo (unica presenza animale), case, vetri, gocce, asfalto, brezza, mare, sabbia, conchiglie… Ma noi ora sappiamo,
sentiamo, che queste figure nascono dall’ascolto che l’infinito
dà allo sguardo. Come nella fotografia di Giovanni. Qui
però il visibile – il visibilio – ha trovato una lingua; la voce
dello sguardo parla italiano. È come se Chiaramonte ci rivelasse
la parola che tace al fondo delle sue immagini. Una parola
che chiama, che invoca, che si sporge oltre se stessa, cercando
il proprio limite. Cosa c’è, oltre quel limite?»
dal testo di Umberto Fiori
16 x 22 cm
236 pagine
63 fotografie
Postfazione di Umberto Fiori
Testo: ita
Tiratura: 1000 copie
Stampa a quattro colori con verniciatura a settore
ISBN: 978-88-98391-82-0
€ 35
Prima edizione: novembre 2018